Rifugio Longoni

ALPINISMO GIOVANILE
DOMENICA 14 GIUGNO ore 7:00

Chiareggio: 1612 m
Dislivello: 848 m
Tempo salita: 3h

 Fra le mete più note agli escursionisti affezionati alla Valmalenco si pone senza dubbio il rifugio Longoni, meta di un’escursione di media portata che remunera ampiamente delle fatiche per la panoramicità e la suggestione dei luoghi raggiunti. E’ collocato su un cengione della fascia rocciosa terminale sulla cresta che scende a sud-ovest dalla sassa d’Entova, a cavallo fra Val Forasca, ad ovest, e valle d’Entova, ad est. Di proprietà del CAI di Seregno, è dedicato alla memoria dei fratelli Elia ed Antonio Longoni, medaglia d’argento, caduti nella prima guerra mondiale.

rif-longonil’itinerario di accesso al rifugio parte dalla notissima località di Chiareggio, in fondo all’alta Valmalenco, e coincide con la prima metà della IV Tappa dell’Alta Via della Valmalenco (traversata da Chiareggio al rifugio Palù).
Portiamoci all’ingresso di Chiareggio (m. 1612), dove troviamo le indicazioni della quarta tappa dell’alta via, che ci fanno imboccare, sulla sinistra, una strada carrozzabile, la quale, dopo un breve tratto, conduce ad un breve sentiero mineralogico, dove troviamo gli esempi delle diverse rocce che caratterizzano il variegato panorama della Valmalenco. Seguendo i segnavia (che fino all’alpe Fora sono nella maggior parte dei casi bandierine rosso-bianco-rosse, spesso sovrapposte ai triangoli gialli dell’alta via) e lasciando alle nostre spalle le case di Corti (“la cùurt”, m. 1638; una mappa del 1816 vi segnava 12 fra case e stalle), entriamo poi in un fresco bosco e, superato il torrente della val Novasco, saliamo, con una lunga diagonale verso nord-est, fino a raggiungere il limite inferiore dell’alpe Fora (alp de fura de fö), sul lato occidentale della val Forasco (“furàsch”; alpeggio assai importante, che, da una mappa del 1816, risultava costituito 27 baite complessive).
All’uscita dal bosco si impongono subito alla nostra attenzione due cime, il pizzo Tremoggia (m. 3441) ed il pizzo Malenco (m. 3438). Il primo è di grande interesse, in quanto presenta la particolarità di essere rivestito di roccia dolomitica. Alla sua sinistra si trova, su una ben visibile depressione del crinale, il passo di Tremoggia (buchèta o pas di tremögi, m. 3014), al quale si sale abbastanza facilmente dal rifugio Longoni. Non meno interessante è il panorama che ci si offre sul lato opposto, cioè verso sud-ovest: qui è la parete nord del monte Disgrazia ad imporsi, ma, a differenza di quanto accade durante la terza tappa, qui il suo volto appare meno selvaggio e più armonioso e simmetrico. Il sentiero risale i prati inferiori dell’alpe e, dopo un ultimo ripido tratto, guadagna il pianoro che prelude alla conca dell’alpe. Superato un torrentello, raggiungiamo la conca dell’alpe Fora, a 2053 metri, che si configura come un grande e splendido terrazzo, impreziosito da un piccolo specchio d’acqua, nel quale si specchiano il monte Disgrazia e l’intera testata della val Sissone (val de sisùm). valmalencoIl laghetto viene chiamato localmente “laghèt” o “làch (lèch) di ciàz”; invece della corretta trasposizione in italiano di “lago dei Piazzi”, si trova in alcuni testi, lago Rosso o lago di Zocca. L’alpe è chiusa, a monte, dallo scenario delle famose cascate, che scendono dagli scuri gradoni rocciosi.
L’alta via prosegue verso sud-est: attraversata l’alpe, dobbiamo superare, con una salita non severa, una fascia di lisce rocce, prima di raggiungere un trivio: i cartelli ci indicano che scendendo a destra raggiungiamo la strada per San Giuseppe (san giüsèf o giüsèp), salendo a sinistra ci dirigiamo verso il passo di Tremoggia. Noi, però, proseguiamo diritti, raggiungendo, dopo pochi minuti, la bandiera italiana, che precede di poco il rifugio Longoni.

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