29-30 giugno 2019
AG2019
La “due giorni” con “Quelli del CAI” al Rifugio Chalet de l’Epée (Valgrisenche)
Qualche nostalgico di “Quelli del CAI”, durante una delle riunioni di programmazione, disse: “Perché non andiamo in Valgrisenche per la due giorni dove qualcuno di noi ha campeggiato quando portava i pantaloncini corti?”
Sì, perché…ai nostri tempi…non c’erano i campi estivi dell’oratorio negli alberghi autogestiti. Noi andavamo all’avventura, in tende neanche troppo attrezzate. Niente scarponcini, niente zaini dalle mille tasche o magliette antisudore. Si andava con quello che avevamo, di certo non mancavano lo spirito di avventura e la voglia di stare insieme e divertirci.
Comunque: Detto…… fatto!!
Sabato 29 giugno
Tutti sul bus pronti a vivere un’ avventurosa esperienza.
Meta della nostra escursione sarà il Rifugio Chalet de l’Epée a 2370 m in Valgrisenche con partenza da Mondanges a 1788 m. Siamo proprio un bel gruppo eterogeneo: ragazzi alla prima “due giorni”, mamme coraggiose con prole al seguito, cognati, nipoti, genitori in erba, i soliti simpatizzanti, noi, “Quelli del Cai”.
Il sentiero si inerpica subito in un bosco ed è dura rompere il fiato e tenere il passo! Ma con la pazienza degli accompagnatori e la voglia di arrivare presto, ce la facciamo proprio tutti.
La giornata è splendida, il cielo di un azzurro terso. Inutile dire che la natura ci regala paesaggi mozzafiato. In men che non si dica siamo al rifugio e veniamo accolti con simpatia dalla famiglia Gerbelle che lo gestisce dal 1988.
In attesa della cena che risulterà ottima ed abbondante, ognuno di noi si dedica a svaghi diversi: l’abbronzatura, le passeggiate in cerca di nuove emozioni, un tuffo nelle acque gelide di un laghetto alpino, i giochi all’aria aperta, la lettura, le discussioni con gli amici.
Domenica 30 giugno
Il gruppo parte compatto, ma con due mete differenti: per i più temerari l’obiettivo è il Col Finestra a 2840 m. raggiungibili attraverso un lungo e ripido sentiero roccioso e nevoso: in vetta panorama mozzafiato a 360°.
Con gli altri si raggiunge un laghetto glaciale circondato da sprazzi di nevaio che ci permettono di giocare a palle di neve.
Il ritorno risulta un po’ noioso poiché, per montanari esperti come noi, camminare su una strada asfaltata non è certo piacevole, ma raggiungiamo la diga, togliamo gli scarponi, immergiamo i piedi nelle acque gelide del torrente e il vigore ritorna nei nostri corpi.
E’ ora di tornare verso il paesello. Sul pullman il toto “due giorni 2020”: chissà cosa ci riserveranno “Quelli del Cai”!
Beh abbiamo un anno per pensarci!!!!!!!
Carlo
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